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A Milano nasce l’Area B: auto più inquinanti ‘sbattute’ fuori, 185 telecamere per controllare

http://www.milanotoday.it/green/mobilita/area-b.html

A Milano nasce l’Area B: auto più inquinanti ‘sbattute’ fuori, 185 telecamere per controllare

Il divieto di accesso in Area B per i veicoli più inquinati (benzina euro 0, Diesel euro 0,1,2,3) sarà dal lunedì al venerdì, esclusi i festivi. Poi scatterà lo stop anche per i Diesel euro 4

Redazione 02 agosto 2018 08:39

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Area B, il logo

Non solo area C: Milano avrà anche l’area B. A partire da gennaio ci sarà una zona a traffico limitato per i veicoli più inquinanti che corrisponderà a quasi tutto il territorio cittadino (72%).

Così la giunta di Palazzo Marino ha deciso di chiamare la Lez, la Low emission zone, un provvedimento già annunciato mesi fa ma che prenderà il via ufficialmente il 21 gennaio del 2019.

Area B

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Il nome e il provvedimento sono stati illustrati in commissione dall’assessore alla Mobilità e Ambiente, Marco Granelli. L’Area B si aggiungerà all’Area C, la zona a traffico limitato del centro città, già attiva dal 2012.

confine low emission zone-2

Il divieto di accesso in Area B per i veicoli più inquinati (benzina euro 0, Diesel euro 0,1,2,3) sarà dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, esclusi i festivi. Dall’1 ottobre del 2019 scatterà lo stop anche per i Diesel euro 4.

L’Area B, come già era stato annunciato, sarà presidiata da 185 telecamere piazzate in altrettanti varchi: a gennaio ne saranno accese circa una dozzina.

Così l’assessore Granelli su Facebook.

A Milano è nata area B, che con area C ci fa avere -traffico, +aria pulita, – camion nei quartieri. Regole per tutti e aiuti a cittadini e imprese per muoversi meglio e in maniera più sostenibile per la nostra salute. 6 milioni di € + 1 di Città metropolitana per aiutare piccole/medie imprese e artigiani a cambiare i loro veicoli, rottamando i vecchi diesel e comprando mezzi meno inquinanti. E per i cittadini più trasporti pubblici con nuove metropolitane e metrotranvie, con un piano di miglioramenti per gli autobus nei quartieri e un nuovo sistema di tariffe che aiuta a diminuire le differenze di costo per chi abita fuori Milano, così che potrà entrare in città con bus, tram e metropolitane e non con l’auto.

Con area C abbiamo avuto in centro – 30% del traffico, – 28% di incidenti, -49% di veicoli inquinanti. Ora con area B questi miglioramenti li vogliamo portare in tutti i quartieri della città, anche in periferia, perché proprio lì le case dei milanesi sono accerchiate dalle auto, dai camion e dai fumi.

Da gennaio 2019 si installerà progressivamente una rete di telecamere ai confini della città per bloccare i vecchi diesel da lunedì a venerdì dalle 7.30 alle 19.30. Così tra il 2019 e il 2021 toglieremo 15 tonnellate di PM10 e 420 tonnellate di NOx dal 2023 al 2025. Da gennaio non potranno più circolare i diesel euro 0, 1, 2, 3 e dal 1 ottobre 2019 i diesel euro 4 immatricolati persone e dal 1 ottobre 2020 i diesel euro 4 immatricolati merci.

E poi nel 2022 e 2024 i diesel euro 5 che producono da soli il 25% di tutto l’NOx prodotto dai veicoli. Una misura efficace perché va a colpire il 65% delle emissioni emesse dai veicoli. Una misura Equa perché chi usa pochissimo la vecchia macchina potrà ancora farlo il sabato o la domenica e per 5 gironi all’anno che diventano 25 per chi abita a Milano; e gli altri che vengono da fuori Milano potranno accedere agli 11 parcheggi di interscambio che sono fuori area B, lasciare lì l’auto e utilizzare la metropolitana.

Una misura Trasparente perché chi passerà per la prima volta sotto le telecamere non riceverà la multa, ma una lettera che lo informa e gli spiega come iscriversi e avere diritto ai 5 o 25 giorni, e non prenderà la multa neanche per i giorni che il Comune ci mette a mandargli a casa la lettera: la multa la prenderà certamente se, nonostante la lettera continuerà a passare. Una misura coraggiosa, perché in Europa è così solo a Bruxelles, a Parigi, a Berlino e un po’ a Barcellona. Milano vuole fare la sua parte, in maniera decisa ed equilibrata. Ma regole e incentivi non bastano: dobbiamo aiutarci tutti a cambiare, a compiere gesti e comportamenti utili per la qualità della nostra vita. Non ve lo chiedo io o il Sindaco Sala, ma Papa Francesco, nella Laudato Si


http://www.ilsole24ore.com/art/motori/2018-02-26/diesel-addio-e-davvero-vicino-probabilmente-no-183919.shtml?uuid=AEKwZH7D

Diesel, l’addio è davvero vicino? Probabilmente no

  • – di Pier Luigi del Viscovo
  • 26 febbraio 2018

La decisione di FCA di abbandonare il diesel a far data dal 2022, che segue simili prese di distanza da parte di altri costruttori, già precedentemente annunciate, pone alcuni interrogativi.
Primo. Sarà vero? A parte il fatto che si tratta di indiscrezioni non smentite, su cui pare il Gruppo si esprimerà il 1°giugno, da qui al 2022 magari queste scelte potrebbero essere riconsiderate. Dipende. Nella misura in cui dietro un tale annuncio ci sia la strategia industriale di abbandonare i programmi di sviluppo di motori diesel sempre meno inquinanti, una volta staccata la spina non è che poi si possa tornare indietro tanto facilmente. Ma la spina verrà davvero staccata? È lecito chiederselo, visto che questi propulsori continueranno a muovere i mezzi commerciali, anche leggeri. D’altro canto, è innegabile che certi annunci trovino origine anche nelle aspettative di una certa stampa, che guarda molto ai trend di pensiero e meno a quelli industriali e commerciali.

Diesel addio, ecco le strategie delle case per il futuro dei motori

Secondo. Come si comporterebbero gli automobilisti? Una parte orienterebbe le proprie scelte di acquisto verso auto a benzina o a propulsione alternativa, principalmente metano e ibride. Questa opzione interesserà soprattutto le auto destinate prevalentemente a uso urbano, con percorrenze limitate. Prevedere che lo facciano tutti è un’astrazione. Una buona parte di automobilisti continuerebbe ad usare le auto diesel a lungo, per varie ragioni, non ultima quella che il motore diesel resta un propulsore ottimo e affidabile – ancorché inquinante, certo. Senza la possibilità di ricambio, si rischierebbe un “effetto Cuba”, con tante auto vecchie che vengono tenute in vita. Meglio sarebbe, per la salute di tutti, consentire un ricambio dei vecchi diesel con quelli attuali, Euro6.

Terzo. Aiuterebbe a ridurre il riscaldamento globale? No, anzi lo aumenterebbe. I motori diesel, più efficienti di quelli a benzina, emettono meno anidride carbonica per chilometro (CO2/km). È questa una delle ragioni per cui finora le istituzioni avevano favorito il diesel. Chi prevede che gli automobilisti, non potendo comprare un diesel, ripieghino su un motore elettrico, è ovviamente libero di crederlo.

Diesel addio, ecco le dieci ibride plug-in più interessanti

Quarto. Diminuirebbero le emissioni inquinanti? Sì, quelle relative alla combustione del motore, mentre ovviamente quelle prodotte dai freni e dal rotolamento dei pneumatici resterebbero – a meno di procedere al lavaggio delle strade. È opportuno essere precisi sul punto. Un’auto diesel Euro6 emette 0.08 gr/km di ossido di azoto (NOX) contro gli 0,06 di una a benzina: una riduzione del 25%. Ma parliamo di valori infinitesimali. Tutte le attività di combustione, umane e naturali, producono il particolato. Quello riconducibile ai mezzi di trasporto (circa il 27% del totale) è in forte e continua diminuzione. Prima il common rail e poi il filtro anti-particolato l’hanno ridotto di oltre cento volte, quasi azzerandolo. Rispetto ai veicoli obsoleti, gli Euro6 praticamente quasi non ne emettono. Anche le polveri sottili (PM10 e PM2,5) sono ormai quasi interamente assorbite dal filtro, stando entro il limite di 0,005 gr/km. Per avere un senso di misura, basti dire che secondo le rilevazioni dell’Agenzia Europea per l’Ambiente il riscaldamento degli edifici è la prima fonte e produce il triplo delle polveri prodotte dai mezzi di trasporto (passeggeri e merci) – tutti, non quelli Euro6.

Quinto. Ci sarebbero alternative? Decisamente sì. Per ottenere le medesime riduzioni subito, senza dover aspettare che il ciclo dei vecchi diesel si esaurisca, sarebbe opportuno stimolarne la rottamazione e agevolare il ricambio. Non si tratta solo di favorire le vendite dei costruttori di nuove macchine, ma anche e soprattutto di aiutare gli automobilisti a passare da un’auto Euro 0/1 (benzina o diesel fa poca differenza) a una Euro 4/5, infinitamente meno inquinante. Ma non solo. Le istituzioni hanno il dovere di intervenire aumentando i parcheggi cittadini, in modo da ridurre le percorrenze inutili e fluidificare il traffico, aumentando la velocità media in città. Il combinato disposto di queste misure ridurrebbe le emissioni in maniera sensibile.

  • Auto
  • 16 febbraio 2018

Diesel addio: auto a metano che vanno bene per le flotte

Sesto. Ci sarebbero costi da pagare? Sì, certamente. L’industria dei motori è un’eccellenza tecnologica europea, determinata in buona parte dalla non auto-sufficienza sul fronte degli idrocarburi e dalla spiccata sensibilità ambientale, che hanno spinto a sviluppare propulsori sempre più efficienti e sostenibili. È lecito che centri di potere e portatori di interessi extra-europei la prendano di mira, fa parte del gioco, del risiko industriale. Quello che si fatica a comprendere è il fuoco amico.

In conclusione, la faccenda delle emissioni è semplicemente troppo tecnica per poterla lasciare ai venti delle mode e delle ideologie. In questo, somiglia molto alla polemica sui vaccini. Legiferare sull’argomento è necessario e va fatto, ma lasciando entrare solo chi è competente e produce fatti e analisi scientifiche. I vessilliferi dovrebbero aspettare fuori.

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Peugeot Expert e Citroën Jumpy, prime impressioni

http://www.omnifurgone.it/magazine/2559/peugeot-expert-e-citroen-jumpy-prime-impressioni

14 giugno 2016

di Francesco Stazi

ampia gamma di motorizzazioni e un comfort da monovolume per i due nuovi mid van gemelli del Gruppo PSA

Un test doppio per un due veicoli praticamente gemelli tanto che, dal loro lancio ufficiale, sono stati sempre presentati assieme. Peugeot Expert e Citroën Jumpy fanno parte di un progetto che, dopo l’uscita di FCA dalla joint venture, coinvolge anche Toyota con ProAce e che vede impegnato lo stabilimento di SevelNord. Si tratta di due mid van di nuovissima concezione che mirano ad alzare l’asticella della qualità e delle dotazioni professionali in un segmento molto affollato. Il Gruppo PSA non nasconde, per questo, i suoi obiettivi dichiarando di voler aumentare del 2%, entro il 2020, la sua quota di mercato europeo nei veicoli commerciali (oggi è al 19,5%) e di passare dal 10 al 16% proprio nel segmento di Expert e Jumpy. Traguardi ambizioni per i quali i due nuovi mid van sono chiamati a giocare un ruolo determinante.

COM’È
Esteticamente i due van differiscono, fra loro, solo per il frontale. Più movimentato quello di Expert, più razionale quello di Jumpy; per il resto la volumetria è molto razionale, oseremo dire elegante. Da segnalare fra le diverse carrozzerie disponibili un’inedita lunghezza da 4,60 m che permette un volume di carico di 4,6 metri cubi. Merito delle soluzioni telaistiche ereditate dalla piattaforma EMP2, comune anche alle auto del Gruppo, e che ha permesso di avanzare leggermente la cabina di guida, accorciare gli sbalzi anteriori e posteriori e rialzare le sedute, in modo da guadagnare, per tutte le versioni, centimetri preziosi nel vano di carico. La plancia è ben costruita e i comandi disposti in maniera ergonomica. Interessanti anche i dispositivi di assistenza alla guida come il cruise control integrato con la lettura dei segnali stradali e la possibilità di impostare automaticamente la velocità in funzione di questi. Forse si sente un po’ la mancanza di un vero e proprio vano per riporre o sistemare gli smartphone, mentre i comandi del cruise control sono un po’ “nascosti” dal volante e non molto intuitivi. Per il resto, ottimo l’uso dell’elettronica di bordo specie nel sistema di infotaiment che offre anche il navigatore TomTom connesso con i sevizi on line e la possibilità di integrare le app del proprio telefono sullo schermo centrale. Intelligente anche il sistema Moduwork che sfrutta la “retraibilità” del sedile passeggero per offrire un metro e mezzo in più di lunghezza di carico e quasi mezzo metro quadro di volume aggiuntivo.

COME VA
Due le cilindrate disponibili tutte Euro 6: il collaudato 1.6 e il 2.0. Le ho provate entrambe nelle declinazioni rispettive di 115 e 150 CV. Partiamo da un dato comune, la silenziosità. Leggermente superiore nel 1.6, ma comunque a ottimi livelli anche sul 150 CV. I 115 CV sono ottimali per un servizio urbano e sub urbano, mentre, per chi volesse più potenza, magari da sfruttare sulle autostrade, i 150 CV son più indicati. Dal punto di vista della posizione di guida e della maneggevolezza il telaio fa i suo dovere, merito anche delle nuove sospensioni a ruote indipendenti posteriori progressive, in maniera meccanica, e che modificano la risposta in base al carico. Stesso dicasi a per lo sterzo dove, forse, un po’ più di precisione non guasterebbe. Un po’ piccoli gli specchi retrovisori che, come spesso riscontrato in questo segmento, sacrificano un po’ di visibilità a favore del design. Complessivamente sia Expert sia Jumpy si guidano bene. Per sfruttare al massimo tutte le dotazioni tecnologiche magari è necessaria qualche ora di adattamento, ma poi tutto risulta molto più semplice e rilassante. Ma questo, devo dire, è un problema abbastanza comune con tutti i nuovi veicoli che integrano molta elettronica. Un motivo in più, per tutti, in fase di acquisto, di pensare bene all’utilizzo che si farà del furgone per poi scegliere allestimento (e dotazioni) ottimale.

CURIOSITÀ
Non si tratta di una vera e propria “stranezza”, ma di una particolare strategia che vede il due marchi del Gruppo (Peugeot e Citroën) non seguire in tutto e per tutto la stessa strada sul mercato. Un esempio riguarda il cambio robotizzato ETG6 che sul Jumpy Citroën è presente in gamma sulla motorizzazione 1.6 l mentre non lo è per il “fratello” Expert. In generale almeno confrontando i listini quello Citroën appare, per il momento, più ricco di combinazioni.

PREZZI
Le versioni provate, rispettivamente da 115 e da 150 cavalli partono da 21.650 euro e 24.650 euro per il marchio Citroën, considerando che la motorizzazione meno potente l’ho provata sui veicoli di lunghezza intermedia e quella da 150 CV sul più lungo della gamma. Lo stesso prezzo di 24.650 euro per il 150 CV sul veicolo più lungo disponibile si ritrova anche sul listino Peugeot, mentre il Leone offre la motorizzazione da 115 CV anche sul veicolo “corto” a 21.000 euro. Per tutti e quattro i modelli parliamo di allestimento base e di prezzi sempre IVA esclusa. In generale, entrambi i listini partono da 20.250 euro per il modello corto con motore da 95 CV e cambio manuale fino ad arrivare al top di gamma 2.0 l 180 CV cambio automatico e lunghezza massima che costa 28.050 Euro in allestimento alto di gamma.


Elettrico e ibrido: il punto della situazione a Mobility in Italy

http://www.fleetmagazine.com/auto-elettriche-2016-mobility-in-italy/EV-Fleet di Marco Castelli 9 marzo 2016 di Marco Castelli | 9 marzo   auto elettriche 2016 Mobility in Italy Auto elettriche: un settore in crescita

Lo stato dell’arte sulle auto elettriche (e ibride) nel 2016 sarà una delle aree tematiche di Mobility in Italy – Moving Ahead, che si terrà il 28 e 29 aprile presso lo Spazio Base di Milano. All’argomento sarà dedicato un workshop, nel corso del quale saranno fornite tutte le possibili risposte alle più comuni obiezioni (prezzi, autonomia, tempi di ricarica).

LE AUTO ELETTRICHE NEL 2016

Le vendite di auto elettriche e ibride plug in hanno registrato un boom in Europa nel 2015: 193.000 unità, il doppio dell’anno precedente (97.000) e quasi il doppio delle vetture vendute sul mercato americano (117.000, in flessione rispetto al 2014). La quota di mercato ha superato per la prima volta l’1%. In Italia, a fronte di un rilevante +65% registrato dalla produzione di automobili nel 2015 rispetto all’anno precedente, sono state vendute soltanto 2.462 auto elettriche e ibride, un dato che rappresenta lo 0,15% del mercato nazionale totale, molto al di sotto del resto d’Europa anche se in crescita del 67% rispetto al 2014. Per quanto riguarda le auto elettriche 2016, un primo segnale incoraggiante per il settore giunge dalle vendite dell’ibrido nel mese di gennaio, che ha raggiunto una quota di mercato del 2,1%, contro la media dell’1,6% del 2015.

L’EVENTO

A Mobility in Italy, particolare attenzione sarà dedicata alla necessità di costruzione di un ecosistema che comprende veicoli, infrastrutture e servizi, e alle best practices già esistenti di sistemi di car sharing totalmente elettrici. Non mancherà anche un approfondimento sul trasporto pubblico a impatto zero, con l’analisi del mercato elettrico nel comparto autobus. Gli altri focus della manifestazione saranno l’auto connessa, la guida autonoma, la gestione della sosta attraverso tecnologie innovative, il trasporto pubblico, la sharing e urban mobility e i servizi per la mobilità. Inoltre, spazio alle Start-up e alle opportunità di sviluppo professionale per aziende italiane a Berlino, Parigi e Londra. Per approfondire, è possibile consultare il programma provvisorio di Mobility in Italy – Moving Ahead e scaricare la brochure di presentazione


La realtà aumentata per configurare le auto

http://www.blogmotori.com/fiat-chrysler-automobiles-presenta-un-configuratore-dauto-in-realta-aumentata

Fiat Chrysler Automobiles presenta un configuratore d’auto in realtà aumentata

da BlogMotori.com | postato in: Auto, Fiat e Abarth, IN PRIMO PIANO, Tecnologia | 0 Share this on WhatsApp 

Fiat Chrysler Automobiles (FCA)  presenta al Mobile World Congress un prototipo di applicazione per la vendita di automobili, progettato e realizzato da Accenture Digital utilizzando il kit di sviluppo softwareProject Tango di Google. Il prototipo dimostra come la realtà aumentata possa rivoluzionare l’esperienza d’acquisto per i consumatori permettendo loro di visionare e interagire con una versione virtuale a grandezza naturale dell’oggetto – o auto – che stanno pensando di acquistare.

Fiat Chrysler Automobiles presenta un configuratore d’auto in realtà aumentata

Il prototipo permette ai possibili acquirenti, tenendo in mano un dispositivo mobile, di configurare un’automobile virtuale a grandezza naturale di vederla, camminarle intorno, guardare all’interno, attraverso la tecnologia integrata dei sensori e rilevazione del movimento, il sistema di mappatura dell’ambiente circostante e la percezione di profondità del Project Tango. Con la demo di Accenture, si possono aprire le portiere e osservare gli interni realistici e ricchi di dettagli dell’auto, si possono cambiare il colore della tappezzeria o il tipo di cruscotto (plancia) semplicemente toccando lo schermo del dispositivo.

La tecnologia Project Tango permette ai dispositivi mobili di esplorare il mondo fisico replicando l’esperienza degli esseri umani. Project Tango rende possibile un nuovo tipo di percezione spaziale ai dispositivi Android grazie a computer vision avanzata, elaborazione delle immagini e speciali sensori. Un dispositivo Project Tango mappa l’ambiente che lo circonda a 360 gradi e ciò significa che quando viene mosso naviga e osserva i cambiamenti dell’ambiente come farebbe una persona. Poiché l’automobile viene vista tramite il dispositivo, la sua posizione cambia in base al tipo di movimenti che compie l’utilizzatore.

Il primo dispositivo Project Tango commerciale sarà disponibile nell’estate 2016, il configuratore d’auto sviluppato da Accenture viene presentato in questi giorni in anteprima ai partecipanti del Mobile World Congress 2016. Accenture Interactive, che fa parte di Accenture Digital, ha lavorato con FCA per creare un’applicazione per questa nuova tecnologia che trasformerà le modalità di acquisto e configurazione di una nuova automobile.

Coloro che provano il configuratore d’auto FCA possono camminare liberamente intorno ad un veicolo a grandezza naturale, in pressoché qualsiasi ambiente, perché Project Tango rende possibile un’esperienza untethered, senza cavi di collegamento, su device portatile senza necessità di integrazione con tecnologie esterne come marker, beacon o GPS.

“Project Tango è una nuova tecnologia, unica nel suo genere e destinata a diventare uno standard nella prossima generazione di dispositivi mobili” ha dichiarato Matteo Aliberti, Responsabile Augmented Reality Experience di Accenture Interactive. “Accenture ha sperimentato Project Tango e suoi potenziali usi a fini commerciali da quando ne è iniziata la progettazione, creando una gamma di applicazioni potenziali, inclusa questa per il settore automobilistico.”

Questa soluzione progettata da Accenture, con una forte attenzione al design, lascia intravvedere come il processo decisionale per l’acquisto di un’autovettura sarà completamente trasformato dalla nuova generazione di dispositivi mobili. FCA è il primo marchio automobilistico ad utilizzare questo tipo di tecnologia per un configuratore d’auto, permettendo ai propri clienti di vivere un’esperienza più interessante e coinvolgente rispetto a quella oggi possibile sul mercato.

Questo progetto è l’esempio più recente della collaborazione tra FCA e Accenture che ambisce a creare un’esperienza digitale d’acquisto innovativa e unica per i clienti di FCA.

Luca Mentuccia, Senior Managing Director e Responsabile di Accenture’s Automotive Practice, ha dichiarato: “Grazie alla tecnologia immersiva che rende possibile un’esperienza divertente e piacevole per i clienti, la realtà aumentata è destinata a cambiare il modo in cui si sceglie e configura l’auto. Con la diffusione dei device in grado di mappare l’ambiente circostante a 360 gradi, concessionari e acquirenti adotteranno rapidamente questa nuova modalità di acquisto di un’automobile”


 http://www.fiscal-focus.it/quotidiano/fiscale/fisco/autovetture-duplice-beneficio-nella-legge-di-stabilita-2016,3,70539

AUTORE: REDAZIONE FISCAL FOCUS

mercoledì, 28 ottobre 2015 – Direttore: Antonio Gigliotti

21 OTTOBRE 2015

AUTOVETTURE: DUPLICE BENEFICIO NELLA LEGGE DI STABILITÀ 2016

Si profila finalmente un intervento che mira a incentivare

l’utilizzo di autovetture nell’attività d’impresa. Il cambio di

passo è indicato nella Legge di Stabilità 2016 (ancora allo

stato embrionale).

Se le misure dovessero essere confermate per le autovetture

a deducibilità limitata acquistate nel periodo 15.10.2015 –

31.12.2016 si potrebbe usufruire di una percentuale di

deducibilità maggiore rispetto a quella attualmente prevista. A

tale vantaggio, si aggiunge l’ulteriore misura agevolativa del

super ammortamento.

Il super ammortamento anche per le auto – Una delle

misure contenute nel disegno di legge di Stabilità 2016 che

incide in maniera positiva sulle imprese (ma anche sui

professionisti) è quella del super ammortamento. In

sostanza, la previsione normativa concede la possibilità a

imprese e professionisti che acquistano beni strumentali nel periodo 15.10.2015 – 31.12.2016 di maggiorare le

ordinarie quote di ammortamento di un importo pari al 40%.

Da un punto di vista oggettivo, la norma in cantiere prevede che il super ammortamento si applichi a tutti i beni

strumentali. Restano esclusi i fabbricati e le costruzioni, i beni con coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5% e

di taluni beni espressamente individuati dalla norma.

Beneficio anche per le auto – Tra i beni per i quali si potrà usufruire del super ammortamento rientrano le auto,

compresi gli acquisti di autovetture a deducibilità ridotta (articolo 164, Tuir), fermo restando il limite massimo di

deduzione pari 18.076 euro.

A tale misura agevolativa se ne aggiunge un’altra: l’incremento delle percentuali di deducibilità limitato alle auto

acquistate nel periodo 15.10.2015 – 31.12.2016. In particolare, si prevedono i seguenti incrementi dei limiti di

deducibilità:

• per le auto in benefit a dipendenti si passerebbe dall’attuale percentuale di deducibilità del 70% al 98%;

• per le autovetture a uso promiscuo non assegnate si passerebbe dall’attuale percentuale di deducibilità del 20%

al 28%;

• per gli agenti la percentuale di deducibilità viene innalzata al 100% (dall’80%).

In pratica, l’acquisto di autovetture nel periodo 15.10.2015 – 31.12.2016 consentirebbe di calcolare una maggiore

percentuale di deducibilità (98%, 28%, 100%) sul 140% del costo effettivo.

Mercoledì, 28 Ottobre 2015 – Direttore: Antonio Gigliotti

Il costo effettivo massimo, pur maggiorato del 40%, non dovrebbe eccedere il limite massimo di deduzione pari a

18.076 euro che prendiamo a base di calcolo per l’ammortamento. Definito l’ammortamento per ciascun periodo

d’imposta, questo potrà essere detto per il 28%.

Se il costo d’acquisto maggiorato eccede il suddetto limite, si avrà non il 28% del costo di acquisto maggiorato, ma

il 28% del limite massimo di deduzione. In sostanza, si dovrà prendere il minore tra il costo di acquisto

“maggiorato” e il limite massimo di deduzione.

A parere della dottrina la misura agevolativa dovrebbe riguardare anche i canoni di leasing delle autovetture, mentre

dovrebbero essere esclusi i veicoli utilizzati in noleggio a lungo termine e agli altri costi di gestione (carburanti,

manutenzioni, eccetera).

In caso di vendita della autovetture, il super ammortamento non influirà nel calcolo di plusvalenze e minusvalenze.

Nessuna influenza nemmeno per il calcolo del plafond delle manutenzioni e per il test delle società di comodo.

Si potrà tener conto della misura agevolativa per gli acconti previsionali del prossimo 30 novembre.

AUTORE: REDAZIONE FISCAL FOCUS

CATEGORIE: FINANZIARIA > 2016


http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/ambiente-e-trasporti/2015-09-17/addio-pra-pronto-decreto-il-documento-unico-circolazione-costo-29-euro–112042.php?uuid=ACWYSYz

17 set 2015

Addio al Pra: pronto il decreto con il Documento unico di circolazione

Giuseppe Latour

Va in pensione a quasi 90 anni il registro gestito

dall’Aci. Pronto il decreto attuativo della riforma

Madia

Addio ai certificati di proprietà dei

veicoli, arriva il documento unico di

circolazione, che ingloberà anche la

carta di circolazione, al costo totale di

29 euro. Ma non solo. Il ministro delle

Infrastrutture Graziano Delrio

accelera sul decreto che servirà a

mandare in pensione il pubblico

registro automobilistico, nella sua

forma attuale. Il Pra confluirà sotto

l’ala del ministero delle Infrastrutture, che lo gestirà tramite un ente

nuovo di zecca: l’Agenzia per il Trasporto stradale, che si occuperà

di tutti i rapporti con i cittadini quando si parla di trasferimenti di

proprietà, fermi amministrativi, patenti, riscossione delle imposte.

 

Addio al Pra: pronto il decreto con il Documento unico di circolazione (costo 29 euro) Pagina 1 di 4

http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/ambiente-e-trasporti/2015-09-17/ad… 17/09/2015

E, a valle di questa operazione, l’Aci dovrà rivedere il suo perimetro,

riducendo il proprio personale, per equilibrare la perdita di

competenze. Sono i molti ingredienti contenuti nel decreto

attuativo della riforma della Pa, al quale il Mit sta già lavorando con

la Funzione pubblica e il Dipartimento affari legislativi di Palazzo

Chigi. La riforma del Pra, tentata da molti Governi e mai riuscita, sta

finalmente per decollare. Il suo approdo in Consiglio dei ministri è

previsto per ottobre.

PRA CARROZZONE BLINDATO: 20 ANNI DI TENTATE ABOLIZIONI

A VUOTO

Via al Documento unico di circolazione

La data da segnare sui calendari di tutti i proprietari di automobili e

moto è il primo gennaio del 2016. Da questo momento saranno

“trasferite al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le

funzioni svolte dal Pubblico registro automobilistico”. L’Archivio

nazionale dei veicoli, tenuto presso la Motorizzazione civile, sarà

integrato con una sezione contenente i dati relativi alle vetture. Sei

mesi dopo, il primo luglio, ci sarà la seconda rivoluzione: il

certificato di proprietà andrà in pensione, per essere sostituito dal

documento unico di circolazione, che ingloberà anche la carta di

circolazione. Per la sua emissione sarà pagata una tariffa di 29 euro,

che sostituirà gli attuali costi di iscrizione al Pra e all’Archvio

nazionale dei veicoli.

Nasce l’Agenzia per il Trasporto stradale

Per mandare a regime il nuovo sistema, poi, sarà fondamentale un

nuovo soggetto: l’Agenzia per il Trasporto stradale. Avrà sede a

Roma e sarà un ente autonomo sotto il profilo giuridico e

patrimoniale, ma vigilato dal ministero delle Infrastrutture.

Prenderà in carico tutte le nuove competenze del Mit sul fronte dei

veicoli e sarà “l’organo dello Stato deputato all’erogazione dei

servizi ai cittadini e alle imprese” in materia di circolazione,

sicurezza e trasporto stradale di persone e di cose. Dal primo luglio

del 2016 prenderà in carico il Pra e gestirà procedure come le

iscrizioni e i rinnovi, le trascrizioni dei trasferimenti di proprietà, le

iscrizioni di ipoteche, i fermi amministrativi, la riscossione dell’Ipt.

Si occuperà anche di altre questioni collegate, come l’omologazione

dei veicoli, i dispositivi di controllo e regolazione della circolazione,

 

Addio al Pra: pronto il decreto con il Documento unico di circolazione (costo 29 euro) Pagina 2 di 4

http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/ambiente-e-trasporti/2015-09-17/ad… 17/09/2015

il rilascio e l’aggiornamento delle patenti.

Costo zero per le casse dello Stato

Una volta costituito questo soggetto, il Mit dovrà definire ogni tre

anni gli indirizzi e le linee guida dell’Agenzia. La nuova struttura

avrà un direttore generale, un comitato di indirizzo composto da

quattro membri, un collegio dei revisori dei conti. Per completare il

quadro, personale del Mit sarà trasferito all’ente, in proporzione al

passaggio di competenze. Ancora non è stato fissato il perimetro

massimo della sua pianta organica. Resta, comunque, il vincolo di

non portare nuovi oneri alla finanza pubblica. L’Agenzia, infatti, si

finanzierà con tariffe e proventi derivate dalla sua attività.

Cura dimagrante per l’Aci

La rivoluzione, però, comincerà prima del 2016. Entro trenta giorni

dalla pubblicazione del decreto l’Aci, che attualmente gestisce il Pra,

dovrà avviare il trasferimento di tutte le informazioni (sia in

cartaceo che in digitale) presenti nella sua immensa banca dati. A

valle di questo passaggio, l’Automobile club dovrà provvedere “alla

riorganizzazione del personale e alla contestuale riduzione della

pianta organica”, oltre alla ridefinizione dei rapporti con le sue

società partecipate.


http://www.quattroruote.it/news/burocrazia/2015/09/04/intestazioni_temporanee_resta_l_obbligo_per_il_noleggio_ma_non_bisogna_pagare.html

04/09/2015

Intestazioni temporanee

Resta l’obbligo per il noleggio, ma non bisogna pagare

La battaglia legale tra le società di noleggio di veicoli da una parte e i ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno dall’altra attorno all’intestazione temporanea – cioè l’obbligo di comunicare alla motorizzazione civile le generalità della persona fisica o giuridica, diversa dall’intestatario, che ha la disponibilità di un veicolo per un periodo di tempo superiore a 30 giorni – si conclude (per ora) con un sostanziale pareggio.

Niente “diritti motorizzazione”. Il tribunale amministrativo regionale del Lazio, infatti, con una sentenza depositata il 2 settembre, ha accolto il ricorso presentato a ottobre 2014 dalle principali società di noleggio italiane nella sola parte in cui la circolare applicativa della motorizzazione civile prevedeva il pagamento allo stato di nove euro di “diritti motorizzazione”. Il Tar ha accolto il ricorso anche nella parte in cui il ministero, pur ammettendo la delega specifica, cioè la possibilità, per il locatario, di delegare la società di noleggio a occuparsi di tutte le incombenze burocratiche relative al veicolo o al gruppo di veicoli da esso noleggiati, aveva vietato la delega generale, cioè la facoltà, per la società di noleggio, di occuparsi tout-court, sempre e in ogni occasione, di tale incombenza.

Il ministero deve sapere chi guida. Tuttavia l’aspetto più rilevante di questa battaglia giuridica, cioè l’obbligo di comunicare alla motorizzazione civile le generalità della persona fisica o giuridica a cui viene noleggiato il veicolo, non è messo in discussione dal Tar. E, dunque, a meno che le società di noleggio non decidano di presentare appello al Consiglio di stato, da oggi il locatario di un veicolo (o, in caso di delega, la società di noleggio)  dovrà inviare apposita comunicazione all’Archivio nazionale veicoli (Anv) del ministero delle Infrastrutture. D’altra parte, non poteva che essere così, visto che tale obbligo è previsto da una legge dello stato, il Codice della strada (art. 94, comma 4 bis), e dal suo regolamento di esecuzione (art.247 bis).

La nuova scadenza. Teoricamente, dunque, il termine di 30 giorni per adempiere all’obbligo di legge entrato in vigore il 3 novembre 2014, sospeso il 28 novembre 2014, ha ripreso a decorrere il 2 settembre 2015. Ciò vuol dire che la nuova scadenza decorre dal 7 settembre 2015. Un’interpretazione più favorevole, però, prevederebbe un nuovo termine di 30 giorni a partire dal 2 settembre. In questo caso il termine si sposterebbe al 2 ottobre. E’ probabile, comunque, che sulla materia arrivi nei prossimi giorni una nuova circolare applicativa, limitatamente a queste novità, del ministero delle Infrastrutture. E una nuova circolare del ministero dell’Interno, che in seguito alla sospensiva del Tar aveva a sua volta sospeso l’accertamento di eventuali violazioni della norma.

Ruggiero (Aniasa): “Siamo soddisfatti”. Mentre nessun commento trapela dai ministeri interessati, ha espresso soddisfazione l’Aniasa, l’associazione delle società di autonoleggio. “Siamo davvero soddisfatti – ha affermato il presidente Fabrizio Ruggiero – “che Il Tar abbia ragionevolmente accolto le istanze del settore, clientela ed aziende di noleggio, con specifico riferimento all’ingiustificato aumento dei costi, senza paragoni in Europa, che avrebbe ulteriormente appesantito un settore sempre più strategico per la mobilità aziendale”.

UNA STORIA LUNGA CINQUE ANNI

29 luglio 2010 Il parlamento approva, in quarta lettura, la legge di iniziativa parlamentare 120/2010 che modifica in molti punti il Codice della strada. Tra le altre cose, la norma introduce un nuovo comma, il 4 bis, all’articolo 94 in materia di carta di circolazione e di intestazione temporanea di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi. Si prevede che “gli atti … che comportino la disponibilità del veicolo, per un periodo superiore a trenta giorni, in favore di un soggetto diverso dall’intestatario stesso, nei casi previsti dal regolamento sono dichiarati dall’avente causa, entro trenta giorni, al Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici al fine dell’annotazione sulla carta di circolazione, nonché della registrazione nell’archivio nazionale veicoli”. La legge rimanda l’applicazione di questa novità a un decreto attuativo.

28 settembre 2012 L’obbligo previsto dalla legge 120/2010 resta lettera morta per oltre due anni. Il 28 settembre 2012 il governo Monti (ministro delle Infrastrutture Corrado Passera) approva il Dpr 198/2012 che modifica il regolamento di esecuzione del codice della strada introducendo un nuovo articolo, il 247 bi